a cura di Lucia Albanesi, psicosintetista, insegnante e counselor
Le qualità umane, per svilupparsi armoniosamente, hanno bisogno di essere riconosciute dentro di noi, coltivate con consapevolezza e fiducia, espresse con energia e amore. La scuola rappresenta l’ambiente ideale per prendersi cura del Futuro dell’Uomo, eppure nella routine scolastica a volte si smarrisce una visone lungimirante e ci si lascia irretire da urgenze burocratiche, verifiche, riunioni, scadenze…
Conosco molto bene la realtà della scuola, sono stata insegnante per quarantadue anni e negli ultimi quindici ho tenuto corsi di aggiornamento per docenti, promossi dall’Istituto di Psicosintesi. Mi sento al fianco dei colleghi che con eroismo svolgono la propria missione lavorativa. Comprendo il grande carico di pressioni a cui sono sottoposti e la pesantezza che in certi casi può arrivare ad assumere carattere di burnout; il senso di non riuscire a dare quelle risposte efficaci che si vorrebbe offrire ai ragazzi, alle famiglie, all’istituzione può far perdere la motivazione e la fiducia in se stessi e nel proprio ruolo.
Al contempo, porto con me l’incontro con tantissimi colleghi che hanno sempre testimoniato con il loro atteggiamento e con il loro operato un profondo amore per il quotidiano agire, paziente, costante, tenace, sostenuto da una forte Volontà Buona di fare il Bene dei propri allievi.
Con questa consapevolezza sono entrata nella mia ex scuola e mi fa piacere condividere l’esperienza realizzata in alcune classi di secondaria di I grado. Esporrò le fasi operative e aggiungerò qua e là momenti di riflessione personale, che mi auguro siano utili per stimolarne altre in chi legge e in chi vorrà proporre l’iniziativa in classe.
Prima però, sento il bisogno di esprimere gratitudine per la Dirigente Scolastica, per i colleghi per il personale ATA che hanno reso possibile il mio intervento e soprattutto un grazie speciale ai ragazzi che hanno accolto la proposta mettendosi in gioco, superando diffidenze e puntando sulla carta dell’autenticità.
Riporto di seguito la sintesi della SCHEDA PROGETTO per far comprendere meglio l’esperienza e per chi volesse riproporla in futuro (con le opportune variazioni di contesto).
SCHEDA PROGETTO
Finalità: L’iniziativa vuol risvegliare e coltivare la FIDUCIA nelle qualità umane che possono portare ciascuna persona e tutti i gruppi sociali a vivere in un crescente stato di benessere e armonia.
Destinatari: classi della scuola secondaria di primo grado (max 4 classi da individuare con i C.d.Cl)
Attività: Gli alunni saranno coinvolti in una riflessione relativa alla responsabilità delle scelte e dei comportamenti, potenziando il piacere individuale di agire per il bene collettivo. Saranno proposti momenti di mindfulness e realizzati piccoli manufatti evocativi della qualità FIDUCIA. L’attività sarà condotta dalla prof. Lucia Albanesi in collaborazione con gli insegnanti di classe.
Tempi: La proposta si sviluppa in interventi di 2 ore (in ogni classe) e con una successiva esposizione collettiva nell’atrio della scuola degli elaborati. Gli interventi saranno concordati con gli insegnanti che aderiranno all’iniziativa.
Costi: L’attività è proposta gratuitamente dall’Associazione di Promozione Sociale Sul Sentiero https://www.associazionesulsentiero.it
L’attività sarà documentata da immagini (nel rispetto delle regole della privacy) che saranno pubblicate nel sito dell’associazione.
Responsabile del progetto nazionale dott. Andrea Bonacchi
Responsabile progetto presso Istituto XXXXXXXXXX prof.ssa Lucia Albanesi
Contatti: lucia.albanesi@fastbebnet.it – tel. 3209523338
L’intervento in ogni classe si è sviluppato in 4 incontri di 2 ore; questo monte ore, relativamente ridotto, è stato un elemento vincente per l’approvazione da parte del consiglio di classe che lo ha preso in considerazione in corso d’anno, ma potrebbe essere implementato e arricchito di interventi più approfonditi e integrati al percorso didattico-disciplinare, qualora fosse recepito come utile dalla scuola.
Prima dell’inizio ho proposto il progetto agli alunni stessi, per incuriosirli e per ricevere la loro disponibilità. Considero questo passaggio necessario e rispettoso della dignità dei ragazzi; spesso capita che vengano proposte loro attività senza coinvolgerli nella scelta e ho constatato invece quanto sia vincente attivare la motivazione, facendoli sentire protagonisti anche nel momento della decisione iniziale per ottenere una partecipazione attiva.
1° incontro
La disposizione delle sedie in cerchio ha creato da subito un contesto nuovo all’interno dell’aula, suggerendo una modalità di lavoro in cui ognuno poteva, con le stesse opportunità, esprimersi ed ascoltare gli interventi degli altri. Io facevo parte del cerchio, seppur con una funzione specifica, e ho sottolineato la pari dignità tra tutti noi: tutti abbiamo bisogno di essere ascoltati e considerati, perciò abbiamo riconosciuto necessari la disponibilità all’ascolto, la riservatezza, la rinuncia a commenti, critiche, sottogruppi (regole del setting).
Conquistare la fiducia del gruppo per un insegnante ha a che fare con la coerenza interna e comunicativa, con la postura, con il tono della voce, con gli sguardi, con la chiarezza espressa di essere interessati a loro, con la determinazione ad assumersi la responsabilità di garantire un percorso accessibile, in cui ognuno si senta sufficientemente compreso e rispettato.
Ho iniziato proponendo qualche minuto di attenzione al respiro, invitando ad abbassare gli occhi o a socchiuderli per individuare meglio il flusso dell’aria fuori-dentro: una proposta nuova per loro, accolta con qualche titubanza e perplessità da alcuni, con curiosità dai più.
Quando ho avvertito che il clima d’aula era sufficientemente buono ho posato al centro un primo cartellone, aprendo la discussione alla quale pian piano i ragazzi si sono uniti: Se dico fiducia dico… e con la stessa metodologia del brainstroming abbiamo continuato la discussione individuando gli Ingredienti per la Fiducia.
Ho lasciato esaurire la potenza di ogni stimolo prima di aggiungere una nuova sollecitazione, attendendo che anche i più timidi trovassero il proprio tempo e contenendo i più irruenti, guidandoli ad interessarsi del misterioso e prezioso mondo dei più silenziosi. Anche ragazzi con bisogni educativi speciali hanno partecipato alla condivisione, con la propria modalità espressiva (abbiamo accolto e valorizzato disegni, parole scritte, anziché pronunciate, un gesto…). È stato anche accolto il contributo degli insegnanti di classe che in questo lavoro hanno avuto l’opportunità di svelarsi come persone al di là del ruolo. Per onestà di cronaca in certe, rare occasioni è stato necessario ridefinire l’intervento di alcuni colleghi che facevano fatica a sganciarsi dal ruolo del docente che valuta, orienta, esprime giudizi: espressioni tipo sei sempre il solito… da lei non ci si può aspettare di più… parla tu, che sei sempre così bravo… sono fuori contesto in un’attività in cui ognuno (anche l’insegnante) è chiamato ad esprimersi per sé.
Al termine della lezione ho proposto di decorare a proprio piacimento la parola FIDUCIA, inserendo figure, colori, parole che le dessero potenza. Questa proposta ha attivato anche quei ragazzi che erano rimasti meno coinvolti. È necessario considerare che ognuno ha un canale espressivo privilegiato che non necessariamente è quello verbale.
2° incontro
I ragazzi avevano già spostato i banchi e disposto le sedie in cerchio, erano più disponibili e accessibili. Ho riproposto la respirazione allargando la consapevolezza al respiro degli altri, al respiro intorno a noi, includendo gli animali e le piante… il respiro della Vita che sostiene ogni forma. Le centrature sono momenti speciali che, per mia esperienza, sostengono l’attività didattica e andrebbero inserite in alcuni momenti delle lezioni. Rappresentano uno strumento per tornare a sé, prezioso per i ragazzi e per i docenti.
Creato l’ambiente, ho posto una alla volta, tre domande più personali relative al concetto di Fiducia aprendo la discussione.
- CHI DÀ FIDUCIA A ME?
- A CHI DO FIDUCIA?
- IO MI DO FIDUCIA?
Man mano che si procedeva con gli scambi, si percepiva un’atmosfera più attenta. I ragazzi approfittavano dello spazio senza giudizio e valutazione per far emergere timidamente o con forza le proprie tensioni emotive; emergevano delusioni tra compagni, ma anche vissuti di sofferenza in famiglia o nel rapporto con gli insegnanti.
Ognuno ha trovato il suo ostacolo alla fiducia. La discussione si è fatta animata e intima, rivelando sensibilità ferite soprattutto in alcuni ragazzi che di solito ricoprono un ruolo di leader oppositivo o di ribelle.
In questo passaggio è stato molto importante vigilare sulla qualità delle condivisioni e delle interazioni, mantenendo un tono di voce chiaro, calmo, accogliente e fermo per rappresentare le regole che ci si era dati (parlare uno alla volta, non controbattere, ascoltare, esprimersi in maniera rispettosa e sincera…) e per assicurare a tutti il rispetto del proprio punto di vista.
Quando si dà spazio ad esplorazioni personali (e i ragazzi si sentono abbastanza al sicuro da non si trincerarsi) la tensione emotiva, può salire ed è necessario mantenere equilibrio tra accogliere, stimolare i più silenziosi, contenere l’impeto di alcuni più infervorati. In particolare, in questa fase va tenuto in considerazione il portato di sofferenza o di rabbia legato a incomprensioni, a fallimenti scolastici, a errori di impostazione didattica o comunicativa, a bisogni inascoltati ecc. Spesso i ragazzi nutrono emozioni difficili nei confronti degli altri (compagni, genitori, insegnanti) e ciò turba la partecipazione all’attività scolastica.
È a questo punto che l’insegnante avverte maggiormente il bisogno di una formazione specifica riguardo la conoscenza e la gestione delle dinamiche interpersonali. È a questo punto che molti insegnanti purtroppo si trincerano dietro un programma, un voto, il “devi-non devi” e rischiano di perdere l’occasione di e-ducere, conoscere e far evolvere quell’irripetibile mondo interiore che cerca la sua via di autorealizzazione.
È questo il momento in cui tanti insegnanti decidono di mettersi in gioco come persone e avviano un percorso di crescita personale/professionale per nutrire la propria capacità di comprendere e sostenere se stessi, quali individui impegnati in una responsabilità preziosa e fondamentale per l’umanità come quella di essere educatori.
3° incontro
Negli incontri precedenti abbiamo esplorato e accolto i contenuti, i vissuti, le risonanze; ora è arrivato il tempo di prendersi cura del nostro atteggiamento, perché è emerso che “La Fiducia ci fa stare meglio!”
Nel circle time si è affermata l’importanza di diventare protagonisti attivi del cambiamento e abbiamo cercato il punto di forza, la qualità che può nutrire la fiducia in se stessi e negli altri.
Ho utilizzato a questo punto le parole evocative, presentandole come accumulatori di energia, una batteria ultraspeciale nel bagaglio di risorse che ognuno di noi ha a disposizione. Questa tecnica ideata dal dott. Roberto Assagioli, è basata sulla recettività e plasmabilità della nostra psiche e va ad attivare le qualità poste intenzionalmente all’attenzione, esponendo la coscienza “a stimoli e influssi benefici e costruttivi”.
Ciascuno ha quindi scelto la sua parola potente. Ho distribuito nuovi materiale (un vasetto di vetro, una fascetta con un cuore da ritagliare, forbici, colla colori, candeline) per realizzare un manufatto: un porta lumino che, una volta acceso avrebbe irradiato il potere della parola scelta.
Questa fase è stata piuttosto animata e divertente, i ragazzi si sono scoperti con abilità molto differenti; non sempre quelli scolasticamente più pronti erano capaci di destreggiarsi con forbici e colla. È stata altresì un’occasione di richiesta/offerta di aiuto tra chi dimostrava diversi livelli nelle competenze di motricità fine: una nuova relazione che ha stimolato scoperte, valorizzazioni e interazioni anche con alunni di solito ai margini della classe.
Ho proposto quindi una visualizzazione (scelta ardita, se i ragazzi non sono abituati a momenti di introspezione e di attenzione al respiro), focalizzando l’attenzione sulla parola che avevano individuato come sostegno per la propria esperienza.
Ho abbassato le luci e acceso i lumini davanti ai piedi di ogni ragazzo.
Nella visualizzazione, dopo la consueta centratura sul respiro, erano invitati a richiamare alla mente una situazione reale in cui sentivano la necessità di alimentare la Fiducia (un’interrogazione, il rapporto con un amico, un colloquio con un genitore o un insegnante, una prova sportiva…). Ho suggerito di immaginare quella luce nel proprio cuore e vederla irradiare il suo potere nella scena… osservare se e quali cambiamenti si producevano… restare qualche istante ad osservare come si sentivano con quella nuova immagine. Tornando al respiro, ho ricondotto l’attenzione al presente in classe e ho chiesto di riportare in un disegno quello che era emerso.
Per proporre tecniche di visualizzazione è necessario padroneggiarle molto bene, se non ci si sente sicuri è preferibile usare un livello mentale più consueto, magari chiedendo semplicemente di disegnare o di descrivere con parole cosa si immagina possa accadere portando l’energia della parola nella vita quotidiana.
4° incontro
L’ultimo passaggio è stata una sintesi del lavoro svolto insieme e al tempo stesso un momento di verifica del percorso.
Ad ogni ragazzo sono state proposte alcune modalità:
- questionario aperto
.Se dico FIDUCIA dico… (lascia libera la mente e fai associazioni libere)
.A chi do Fiducia? (descrivi brevemente come si comportano le persone a cui dai fiducia)
.Chi dà fiducia a me? (quali sono i pregi, le qualità che ti vengono riconosciuti e da chi? come ti senti se qualcuno ti dimostra fiducia?)
.Io mi do Fiducia? (cosa ti piace e/o cosa ti mette in difficoltà di te stesso/a? In quali momenti sei fiero/a di te?)
.Ingredienti per la Fiducia
.MESSAGGIO AI PROFF.
Cara/o prof, a proposito di fiducia a scuola vorrei dirle che …
- scheda a risposta multipla
Sottolinea le 4/5 parole che senti più vere per te
- se dico fiducia dico…
la banca dio realtà amore amicizia famiglia amica confidenza rischio certezza tradimento errore libertà benessere sfida comprensione professori stima rispetto difficoltà genitori vulnerabilità piacere amicizia sincerità onestà pericolo
- a chi do fiducia?
mamma amica sorella/fratello/cugini papà famiglia
a chi mi vuole bene dio a chi mi protegge a chi è sincero professori (qualcuno) a chi è sincero nel tempo a chi è gentile furbo partner
- ostacoli alla fiducia
pregiudizio orgoglio paura di deludere rabbia ricordi negativi paura di essere deluso/a rancore altro: ………………………………………
- cosa nutre la fiducia
coraggio talento le difficoltà (possono aumentare l’autostima) gioia riconoscere la bellezza ricordarsi i successi gentilezza guardare la primavera osservare chi ce l’ha fatta regola saggezza simpatia allegria osare tenerezza altro: …………………………………………………….
- disegno
FAI UN DISEGNO O UN FUMETTO CHE RAPPRESENTA LA FIDUCIA
Il confronto in gruppo dei singoli elaborati ha arricchito le dinamiche della classe e ha incoraggiato i ragazzi ad allestire un piccolo spazio espositivo nell’atrio della scuola.
Un ultimo elemento che mi piace condividere è la risonanza delle risposte dei ragazzi sui colleghi. I docenti si sono aperti a una riflessione sui profondi bisogni ai quali la scuola deve porre attenzione e alle potenzialità che possono emergere, adottando un contesto che valorizzi la completezza dell’essere umano, riconosciuto nei suoi livelli fisico, emotivo, mentale, sociale, valoriale. Una ricchezza inestimabile in ciascun individuo, considerato come il punto nodale creativo tra la (sua) storia e il futuro a cui dare forma.
Si percepisce nei loro discorsi, un’attenzione necessaria da riservare a tutti i protagonisti dell’avventura educativa, a partire dal docente stesso che, quando aspira ad essere leader credibile, autorevole e magnetico, reclama strumenti e opportunità formative per rappresentare in prima persona quel processo di espansione di consapevolezza sempre in atto, mai completo, che si alimenta nella profonda connessione con la vera natura umana, traendone ispirazione e FIDUCIA.