Nonna Peppa, classe 1896, riconosce come privilegio, lavorare un orto, ricavato, concesso da quel terreno scosceso, coltivato a cibo per la stalla di famiglia e del padrone.
Ricordo l’orto ben curato: il nonno l’aveva coccolato, circondato da protezioni fatte di legni, con cancelletto tenuto fermo da una cordicella legata a mo’ di fiocco …
L’acqua della vicina sorgente completava questo Dono…
La nonna l’”accudiva”, soprattutto di domenica, quando gli uomini riposavano, le nuore si dedicavano alla pulizia della casa o al bucato.
Era un’arte la sua: tutto era presente, come in un moderno negozio in cui mi divertivo anche a giocare a fare la spesa, quando mi incaricavano di raccogliere le verdure pronte.
Tutte le piantine erano ben sorrette e divise nel rispetto degli spazi che ogni varietà richiedeva per dare il meglio di sé.
Non mancavano fiori che alternavano la fioritura nel rincorrersi delle stagioni.
Questa sua “mania” di mettere fiori dentro l’orto l’ho capita quando, ogni domenica di buon mattino, la nonna, con in braccio il suo fascio colorato, tipo la donzelletta del poeta, partiva per andare a fare omaggio di lacrime e Amore , ai suoi affetti passati ”OLTRE”, pian piano , a piedi, oltre il fiume e la collina …
Ancora oggi ,quando al mattino appena sveglia, sento il bisogno di salutate il mio orto , cerco il colore dei fiori ….stanno cosi bene anche li’ …insieme al profumo di lavanda che teneva nelle tasche e quello del suo foulard, sempre lo stesso, intriso di sudore, passione, Servizio …..
Nella Rapaccini, maggio 2023
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