GLI ATTI CREATIVI NASCONO NEL RACCOGLIMENTO – Roberto Assagioli

Pensieri e parole Sul Sentiero

“Sotto l’apparenza dell’inazione, nel cuore del silenzio, si suole celare la vera attività dell’essere profondo. Come nella natura esteriore, così nella vita dell’uomo ogni atto creativo, ogni inizio ed impulso originario, ogni slancio vitale, si producono nell’oscurità, nella quiete, nell’apparente immobilità. Leggi tutto “GLI ATTI CREATIVI NASCONO NEL RACCOGLIMENTO – Roberto Assagioli”

ACCETTAZIONE – Eleonora Fazzini

L’Associazione Sul Sentiero ha recentemente dedicato due incontri consecutivi di meditazione a due temi che sono complementari tra di loro: accettazione e compassione. Sono complementari perché per coltivare compassione bisogna prima passare da una stato di accettazione.

La compassione è un sentimento che merita la nostra attenzione perché ci può essere di grande aiuto per imparare a prenderci cura degli altri e di noi stessi, in particolare quando andiamo a lavorare sulla nostra storia cioè l’insieme degli eventi che ci hanno portati fino a questo preciso momento. L’accettazione è uno stato mentale davvero prezioso da coltivare dato che certe volte l’unica cosa che possiamo fare è semplicemente accettare il punto in cui siamo, le cose così come la vita ce le ha presentate. Leggi tutto “ACCETTAZIONE – Eleonora Fazzini”

LIBERTÀ’ IN PRIGIONE – Roberto Assagioli

Pensieri e parole


Nell’agosto del 1940 lo psichiatra Roberto Assagioli, fondatore della Psicosintesi, fu arrestato per attività pacifiste e internazionaliste, invise al regime fascista. Anziché uno spiacevole contrattempo o una tragedia, questa fu per lui un’occasione fondamentale di crescita e rinnovamento interiore.

 “Capii che ero libero di assumere uno fra molti atteggiamenti nei confronti di questa situazione, che potevo darle il valore che volevo io, e che stava a me decidere in che modo utilizzarla.
Potevo ribellarmi internamente e imprecare; oppure potevo rassegnarmi passivamente e vegetare; potevo lasciarmi andare ad un atteggiamento malsano di autocompatimento e assumere un ruolo di martire; potevo affrontare la situazione con un atteggiamento sportivo e con senso dell’umorismo, considerandola un’esperienza interessante (quella che i tedeschi chiamano ‘Erlebnis’). Potevo trasformare questo periodo in una fase di riposo, in un’occasione per riflettere tanto sulla mia situazione personale – considerando la vita vissuta fino ad allora – quanto su problemi scientifici e filosofici; oppure potevo approfittare della situazione per fare un allenamento psicologico di qualche genere; infine, potevo farne un ritiro spirituale. Ebbi la percezione chiara che l’atteggiamento che avrei preso era interamente una decisione mia: che toccava a me scegliere uno o molti fra questi atteggiamenti e attività; che questa scelta avrebbe avuto determinati effetti, che potevo prevedere e dei quali ero pienamente responsabile. Non avevo dubbi su questa libertà essenziale e su questa facoltà e sui privilegi e le responsabilità che ne derivavano.”