LIBERTÀ’ IN PRIGIONE – Roberto Assagioli
Pensieri e parole
Nell’agosto del 1940 lo psichiatra Roberto Assagioli, fondatore della Psicosintesi, fu arrestato per attività pacifiste e internazionaliste, invise al regime fascista. Anziché uno spiacevole contrattempo o una tragedia, questa fu per lui un’occasione fondamentale di crescita e rinnovamento interiore.
“Capii che ero libero di assumere uno fra molti atteggiamenti nei confronti di questa situazione, che potevo darle il valore che volevo io, e che stava a me decidere in che modo utilizzarla.
Potevo ribellarmi internamente e imprecare; oppure potevo rassegnarmi passivamente e vegetare; potevo lasciarmi andare ad un atteggiamento malsano di autocompatimento e assumere un ruolo di martire; potevo affrontare la situazione con un atteggiamento sportivo e con senso dell’umorismo, considerandola un’esperienza interessante (quella che i tedeschi chiamano ‘Erlebnis’). Potevo trasformare questo periodo in una fase di riposo, in un’occasione per riflettere tanto sulla mia situazione personale – considerando la vita vissuta fino ad allora – quanto su problemi scientifici e filosofici; oppure potevo approfittare della situazione per fare un allenamento psicologico di qualche genere; infine, potevo farne un ritiro spirituale. Ebbi la percezione chiara che l’atteggiamento che avrei preso era interamente una decisione mia: che toccava a me scegliere uno o molti fra questi atteggiamenti e attività; che questa scelta avrebbe avuto determinati effetti, che potevo prevedere e dei quali ero pienamente responsabile. Non avevo dubbi su questa libertà essenziale e su questa facoltà e sui privilegi e le responsabilità che ne derivavano.”
LIBERTA’ DELLA VOLONTA’ – Viktor Frankl
Pensieri e parole
LIBERTA’ DELLA VOLONTA’
[…]La libertà dell’uomo non è libertà da condizionamenti, ma piuttosto libertà per prendere un atteggiamento in qualunque condizione ci si possa trovare.
Nel corso di una intervista, Huston C. Smith di Harvard mi chiese se, come professore di neurologia e psichiatria, potessi rifiutarmi di ammettere che l’uomo è soggetto a condizionamenti e determinismi. Risposi che, quale neurologo e psichiatra, sono pienamente convinto del fatto che l’uomo non è del tutto libero da condizionamenti, siano essi biologici, psicologici o sociologici. Ma aggiunsi che, oltre ad essere professore nel campo della neurologia e della psichiatria, sono anche un sopravvissuto a quattro campi di concentramento nazisti, e come tale so fino a che punto l’uomo resta libero e fino a che punto può innalzarsi al di sopra di qualsiasi condizionamento ed opporsi ad ogni tipo di circostanze esteriori. Distanziarsi anche dai peggiori condizionamenti è una capacità specificamente umana. Ma l’esclusiva capacità umana di distanziarsi da qualunque situazione sia necessario affrontare non si manifesta solo attraverso l’eroismo, così come è avvenuto nei campi di concentramento, ma anche attraverso l’umorismo. Anche l’umorismo è, infatti, una caratteristica esclusivamente umana. E non è il caso di vergognarsene. L’umorismo è anche un attributo divino: in ben tre salmi Dio viene presentato come uno che ride (Cf. i Salmi 2,4, 37,13; 59,9).
L’umorismo e l’eroismo si riferiscono alla capacità, prettamente umana di autodistanziamento. In virtù di tale capacità, l’uomo può autodistanziarsi non solo da una situazione, ma anche da se stesso. Egli è capace di scegliere il suo atteggiamento nei confronti di se stesso. Così facendo egli prende una reale posizione verso i suoi condizionamenti e determinismo somatici e psichici. Si comprende facilmente come questa sia una questione cruciale per la psicoterapia e la psichiatria, per l’educazione e la religione. Poiché, vista in tale luce, una persona è libera di modellare il suo carattere, e l’uomo è responsabile di quello che possa aver fatto fuori di se stesso. Quel che importa non sono le caratteristiche del nostro carattere, e gli stimoli e gli istinti in sé, ma piuttosto l’atteggiamento che noi prendiamo nei loro confronti. E la capacità di prendere un tale atteggiamento fa di noi degli esseri umani. […]
Viktor Frankl
dal libro “Senso e valori per l’esistenza” Ed. Città Nuova, Roma 1994 pp 32-33
L’EBBREZZA DELLA LIBERTA’ – Giovanni Vannucci
Pensieri e parole
L’ebbrezza della libertà
La libertà è la maturazione del mio essere in tutte le sue possibilità, è il mio essere che va oltre tutte le forme per portare avanti quella vita che è l’uomo in noi.
Il fiore nasce in boccio, lentamente si espande e si apre nella pienezza della sua bellezza. Cos’è?
Voi mi direte: è la vita.
Sì, è la vita, ma è la libertà del fiore che lo porta ad esprimere tutta la sua bellezza, nel momento della sua perfetta espansione e fioritura.
Così anche per noi: nelle nostre idee, se sono vive, c’è sempre una forza di rottura e di superamento; se non c’è questa forza, questa ebbrezza, questa libertas, la nostra idea si chiude in un dogmatismo oppressivo e diventiamo duri come gli altri, uomini dagli eterni principi e dagli eterni dogmi, mentre la vita induce in noi una ebbrezza di novità, un desiderio di maggiore bellezza, di orizzonti più vasti.
La libertà è il raggiungere una forma e l’andare oltre:questa misteriosa forza, presente nel nostro essere, ci spinge ad andare sempre oltre.
Questa è la libertà: crescere continuamente nella nostra essenza e nella nostra verità profonda superando tutte quelle chiusure, gabbie, oppressioni che ci deformano e ci rendono duri e incapaci di vivere in mezzo agli altri.
Giovanni Vannucci