POTATURA – Meditazione sui simboli della natura – Nella Rapaccini

Abbiamo scelto- questa  sera- di vivere alcuni momenti di meditazione intorno a  un termine, una parola evocatrice di vari significati, tipicamente primaverili, un simbolo della natura, quindi metafora per guardare ad alcuni aspetti della nostra vita interiore…
Potare o potatura  richiama il significato di alleggerire , eliminare ciò che non serve o ostacola la crescita. Potare è dare possibilità  alle piante  del nostro giardino, di cambiare forma o di farci dono di più fiori o di migliori frutti, quindi possibilità potenziata…
Per potare osserviamo le piante, il loro momento  di vita , di sviluppo, rispettiamo e ci affidiamo alle loro richieste…
Potare, nella nostra vita, può esprimere il nostro bisogno, desiderio di rinnovamento, di espansione, apertura  a livelli superiori della nostra interiorità lasciando andare il superfluo.
Condividiamo questa analogia, come piccola spinta, input per procedere nel nostro sentiero di crescita e benessere  spirituali…
La nostra Anima, il nostro Sé superiore, ci guida nella potatura, nella scelta, come un saggio giardiniere interiore; a volte ci danno preziosi suggerimenti anche la persona amica , la meditazione, il silenzio, l’ascolto sottile , la fiducia…
Prepariamoci a questa piccola occasione di apertura alla nostra realtà superiore, partendo dal nostro piccolo quotidiano…

(Nella Rapaccini, aprile 2024)

IL MURETTO A SECCO: APPARTENENZA – meditazione sui simboli della natura

Queste meditazioni sui simboli della natura traggono spunto da quanto osserviamo intorno a noi, nella natura in particolare, e dentro di noi.

Da sempre sono affascinato, mentre mi capita di passeggiare per la campagna toscana, dai muretti a secco che numerosi si trovano in questo territorio a delimitare stradine, a circondare campi, a reggere terrazzamenti. Il nostro territorio collinare e ricco di rocce e sassi è da secoli legato al lavoro dell’uomo e i muretti a secco si ergono come testimonianza di questa secolare cura della terra per la coltivazione dei suoi prodotti.

Qualche giorno fa mi sono imbattuto in un libro scritto da Vittorino Andreoli, psichiatra e scrittore di fama, dedicato ai muretti a secco sono una su passione e che cerca e fotografa da decenni in modo quasi ossessivo. Leggo, guardo le foto del libro; partono pensieri, emozioni, ricordi, riflessioni…

Scrive Andreoli: “Nel muretto ogni sasso mantiene una propria individualità, è legato ma allo stesso tempo ha una configurazione singolare, e nei casi in cui un muretto cada, torna sé stesso nell’ammasso degli altri sassi. C’è in questo la configurazione di un rapporto e persino di un rapporto sociale: in una comunità ci sono gli individui, ognuno dei quali ha caratteristiche proprie che però devono convivere con quelle degli altri, e in qualche modo si giustappongono. Il muretto a secco è l’insieme di tanti sassi separati che costituiscono una struttura” (tratto da: Vittorino Andreoli “Muretti a secco. La ricchezza della semplicità” Ed. LOW)

In particolare la mia attenzione dal muretto nel suo insieme si sposta sulla singola pietra, sul suo appartenere, sul suo ruolo semplice (una tra tante), sul suo appoggiarsi e sostenere il peso di altre pietre, sul suo liberarsi quando il muretto si scioglie e cade…

Oggi mediteremo su questo.

Andrea Bonacchi, maggio 2024